venerdì 24 gennaio 2014

IN THE CORNER: COMME des GARÇONS

Saper interpretare, apprezzare e comprendere questo marchio di proprietà di Rei Kawakubo dal 1969 con primo debutto alle sfilate di Parigi nel 1982, per i giornalisti di moda e i critici è sempre stato poco facile. Rei Kawakubo è stata tanto discussa e criticata negli anni 80 dove regnavano sovrano il punk e il grunge, successivamente negli anni 90, cogliendo all'improvviso gli spettatori di mentalità borghese non pronti alla visione di uno scenario concettuale e poco tradizionale dove orde di modelle pallide sfilano avvolte da abiti con sovrapposizioni di tessuto che sembrano indossati al contrario, ma sempre con grande attenzione sartoriale, e il nero dominante. Come Coco Chanel anche Rei Kawakubo è stata un elemento fondamentale nell'invertire una tendenza del costume; raccontando, attraverso la sartorialità e il tessuto, il pensiero di una generazione post-moderna per il solo desiderio di creare abiti che la rispecchino, che raccontino del suo essere andando contro tutte quelle restrizioni mentali indotte da un pensiero di mercato.
Tenendo ben salda l'idea di non perdere questo concetto negli anni Rei sviluppa ogni stagione delle collezioni che non stancano mai e che fa sorridere gli spettatori, un sorriso spiazzante che conferma l'infinito pozzo di idee che la stilista possiede sottolineando il messaggio: "Non è vero che tutto è già stato fatto, creato e inventato ma c'è ancora molto che si può fare per sorprendere!"
Messaggio che viene recepito benissimo dagli spettatori del fashion system che restano a bocca aperta ogni stagione; così come lo sono rimasto io guardando l'ultima collezione di COMME des GARÇONS HOMME PLUS A/W 2014-2015.



















Le forme che sfilavano erano magnifiche, con fianchi soppressi delicatamente e risvolti corposi; in aggiunta al suo preferito poliestere sgualcito, ha utilizzato tessuti gessati brillanti. I pantaloni ricordano tanto quelli dei pigiama principalmente a tubo e pantaloncini da skater su misura.
Ma particolare attenzione va fatta ai dettagli eccentrici applicati sulle giacche come le patte colorate di velluto e feltro e le tasche vengono reinterpretate attraverso degli oblò che lasciano vedere chiaramente il colore delle camicie indossate sotto giustamente in tono con il colore delle scarpe, altro non sono che delle comodissime e semplici sneakers con la para in gomma ma anche qui troviamo gli oblò, pezzi di tessuto strappati via.
Troviamo giacche praticamente affettate lasciando che i fili del tessuto vengano fuori senza nessuna rifinitura.
I modelli avevano il viso oscurato da capelli neri simili a maschere antigas creando delle sporgenze raccapriccianti. E in gran finale ampi frac in tessuto cartacei con fantasia pois e pantaloni ampi che rimandano a quelli dei clown.

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